La Leucemia

Cenni storici Il medico francese Alfred Velpeau fu il primo a identificare la leucemia nel 1827, ma la prima diagnosi ufficiale risale al 1845, quando il patologo scozzese J.H. Benett definì la malattia come "un disordine delle cellule sanguigne". L'elevata quantità di globuli bianchi nel sangue che caratterizza la leucemia indusse il medico tedesco Rudolph Virchow a utilizzare il termine "sangue bianco" (dal greco leukos - bianco e aima - sangue).

Che cos'è la leucemia?
Leucemia è il termine generico che identifica il tumore che colpisce sangue e midollo osseo. La malattia si sviluppa quando la produzione di cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), che avviene nel midollo osseo, non è più ben regolata: si verificano così anomalie nella maturazione e nella generazione del numero corretto di queste cellule che normalmente garantisce un buon funzionamento dell'organismo.

Come si sviluppa?
La leucemia è determinata dalla trasformazione maligna, dovuta a una mutazione genetica o a un difetto cromosomico, di una singola cellula nel midollo osseo, alla quale segue una moltiplicazione incontrollata, con conseguente accumulo di cellule immature (leucemiche). Queste cellule passano quindi nel sangue e attraverso il sistema circolatorio, invadono altri organi e tessuti, interferendo con le normali funzioni fisiologiche di globuli rossi, bianchi e piastrine. Ne derivano così importanti complicanze, quali anemia, infezioni ed emorragie.

Quali sono i diversi tipi di leucemia?
Vengono distinte diverse forme in base:
  • al tipo di cellula che viene colpita dal tumore: cellula mieloide, ovvero globuli rossi, piastrine e alcuni globuli bianchi (granulociti e monociti); cellula linfoide, ovvero tutti gli altri globuli bianchi, che quando sono maturi vengono definiti linfociti;
  • al grado di maturazione delle cellule in cui insorge la malattia, che riflette la velocità di progressione della patologia.

Le quattro forme più comuni di leucemia sono mieloide acuta (AML), linfatica acuta (ALL), mieloide cronica (CML) e linfatica cronica (CLL).

Quali sono i fattori di rischio?
È possibile riconoscere alcuni fattori di tipo genetico e ambientale che svolgono un ruolo importante nello sviluppo delle leucemie, tra questi:
  • radiazioni ionizzanti, ad esempio per precedenti radioterapie;
  • fumo;
  • esposizione ad alcune sostanze chimiche, quali il benzene presente nel petrolio e nei derivati; precedenti chemioterapie per altri tumori;
  • alcune infezioni virali, condizioni congenite che aumentano la probabilità di contrarre la malattia come sindromi di Down e di Bloom;
  • predisposizione familiare.


Quanto è diffusa e chi colpisce?
È possibile contrarre la leucemia a qualsiasi età. Secondo l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), in Italia si riscontrano 15 nuovi casi per milione di persone ogni anno.

Come si manifesta?
I sintomi della leucemia sono molto variabili e legati al numero e all'organo in cui si accumulano le cellule leucemiche. In generale includono senso di spossatezza, ingrossamento dei linfonodi, emorragie, infezioni frequenti associate a febbre, emicrania, vomito, perdita di peso e dolore ad articolazioni e ossa.

Come viene diagnosticata?
Per diagnosticare la leucemia e identificarne il tipo, dopo un'accurata visita medica, si deve effettuare un'analisi del sangue che sia in grado di evidenziare i livelli di globuli bianchi e la presenza di cellule leucemiche. Per confermare la diagnosi e per evidenziare eventuali anomalie a livello cromosomico viene in genere effettuata una biopsia del midollo osseo.

Esiste una terapia per la leucemia?
Molte forme di leucemia possono essere attualmente trattate e alcune possono guarire. Il trattamento viene scelto tenendo conto del tipo di leucemia e dell'età della persona malata. La persona affetta da questa patologia può essere sottoposta a terapie antitumorali specifiche o a chemioterapia con vari farmaci combinati; in tipi particolari di leucemia, la chemioterapia può essere associata alla radioterapia. In alcuni casi, il paziente può essere sottoposto a trapianto di midollo osseo per ottenere la piena guarigione.

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Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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