Disturbo bipolare


Il disturbo bipolare (DB), definito anche come disturbo maniaco-depressivo, è caratterizzato da un’amplificazione degli stati dell’umore del soggetto. La malattia, infatti, alterna fasi depressive a fasi maniacali, che possono essere o meno intervallati da periodi di umore stabile o “eutimia”. Durante le fasi depressive il paziente presenta una profonda tristezza che, in alcuni casi, può portare anche al suicidio. Le fasi maniacali, invece, sono caratterizzate da un umore euforico e da un ottimismo eccessivo.
Il DB è generalmente cronico e necessita di un trattamento per tutta la vita. L’insorgenza si osserva durante l’adolescenza o la prima età adulta, con un episodio di depressione.
Molti pazienti non presentano mai, nel corso della malattia, uno stato maniacale vero e proprio, ma solo un moderato aumento dello stato dell’umore, che si alterna con lo stato depressivo. La malattia frequentemente viene sottovalutata fino alla comparsa del primo episodio maniacale. È importante sottolineare, inoltre, che la malattia ha un impatto importante sulla vita del paziente e dei suoi famigliari; i pazienti, infatti, hanno difficoltà nelle relazioni interpersonali e possono arrivare a perdere il lavoro.

Diffusione
Il disturbo bipolare non è particolarmente frequente nella popolazione mondiale, sembra infatti che ne sia affetto una percentuale che va dallo 0,4% all’1,5%.

È importante sottolineare che il disturbo bipolare è sottovalutato e che fino al 40% dei pazienti con diagnosi di depressione potrebbe essere affetto da DB. Inoltre, la diagnosi avviene spesso dopo molto tempo dall’inizio dei sintomi.

Cause
Le cause del disturbo bipolare non sono ancora completamente chiare, seppure siano riconoscibili una suscettibilità genetica e l’influenza di fattori ambientali. In particolare, la componente genetica è identificabile dall’elevata frequenza di malattia riscontrata tra i famigliari.
Gli studi biologici hanno, inoltre, messo in luce la presenza di squilibri a carico dei neurotrasmettitori, con un aumento dell’attività dei neurotrasmettitori eccitatori (serotonina, noradrenalina, dopamina, acido glutammico), con conseguente comparsa dei sintomi maniacali, o di quelli inibitori (acido gamma amino butirrico) e comparsa dei sintomi depressivi. È proprio su questi sistemi che vanno ad agire i farmaci attualmente usati per il trattamento del disturbo bipolare, definiti stabilizzanti dell’umore.

Fase maniacale
I principali sintomi tipici della fase maniacale della malattia comprendono:

  • stato d’animo euforico o irritabile
  • ottimismo eccessivo
  • aumentata attività e sensazione di forza
  • diminuzione delle capacità di giudizio e autocritica
  • maggiore interesse e attività sessuale
  • diminuzione delle ore di sonno
Tali sintomi possono portare a comportamenti inappropriati o pericolosi, quali eccesso negli acquisti, guida pericolosa, comportamento sessuale eccessivamente disinibito. Negli stadi gravi della malattia possono comparire deliri e allucinazioni.

Fase depressiva
I principali sintomi che si manifestano durante la fase depressiva della malattia comprendono:
  • apatia
  • energia ridotta
  • agitazione e irritabilità
  • difficoltà nell’eloquio
  • difficoltà nella concentrazione
  • difficoltà a memorizzare
  • disistima
  • pensieri suicidi
  • alterazione del ritmo dell’appetito
  • alterazione del ritmo del sonno
Spesso questi sintomi sono più frequenti la mattina e migliorano nel corso della giornata.

Trattamento
Il disturbo bipolare viene trattato principalmente mediante terapia farmacologica che, seppure non costituisca una cura definitiva, è in grado di controllarne i sintomi.
Per il controllo della fase acuta della mania vengono solitamente impiegati antipsicotici e neurolettici. In questa fase, può essere impiegato anche il litio.
Nella fase depressiva della malattia vengono impiegati farmaci antidepressivi, che risultano efficaci solo 3-4 settimane dall’inizio del trattamento.
A causa del rischio di passare a una fase maniacale dopo trattamento con antidepressivi, solitamente viene prescritto uno stabilizzatore dell’umore quale il litio, che dovrebbe poi essere assunto per prevenire eventuali ricadute.

Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione

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