Malattia di Ménière

Nel 1861 il medico francese Prospero Ménière individuò e descrisse una condizione patologica caratterizzata da una serie di sintomi comuni: vertigini, ipoacusia (riduzione parziale dell’udito) e acufeni (sensazione di ronzio e fischi), spesso accompagnati da nausea e vomito. Ménière fu il primo a correlare le improvvise e ripetute crisi di vertigini a una patologia dell’orecchio interno, escludendo un coinvolgimento del sistema nervoso centrale. I sintomi vennero descritti come intervallati da periodi di remissione durante i quali, inizialmente, i pazienti godevano di buona salute. Da allora questa patologia prese il suo nome.

Cos’è la Malattia di Ménière
La Malattia di Ménière, seppure molto fastidiosa e invalidante, non è contagiosa né fatale.
Si tratta di una malattia dell’orecchio interno di cui ancora oggi si ignorano le cause. La malattia è correlata al liquido presente nei canali semicircolari dell’orecchio medio (endolinfa), che regola il nostro equilibrio e il senso della posizione. Quando la testa si muove, l’endolinfa si sposta, inviando così segnali al cervello, tramite i recettori nervosi presenti nel labirinto membranoso dell’orecchio interno, sul moto del corpo.
Nella Malattia di Ménière, la filtrazione e l’escrezione dell’endolinfa sembrano ostacolate o compromesse: questo comporta un aumento del liquido e una dilatazione del labirinto e quindi una non corretta trasmissione dei messaggi inviati al cervello.
La Malattia di Ménière è un problema cronico, cioè che dura nel tempo. Fortunatamente le persone che soffrono di questa malattia non presentano sempre i sintomi attivi, tipici di un “attacco”.

Quanto è diffusa
I dati sull'incidenza (nuovi casi/anno) e la prevalenza (tutti i casi nella popolazione) della malattia di Ménière sono molto variabili. Sembra che, negli Stati Uniti, la prevalenza sia di circa 200 casi su 100.000 persone (in altre parole ne sarebbe affetto circa lo 0,2% della popolazione). Si osserva un aumento di prevalenza con l'età, fino ai 60 anni.
In Italia, è stata registrata un’incidenza di 8 su 100.000 persone, e una prevalenza di circa lo 0,4%.

Quali sono i fattori di rischio
La Malattia di Ménière è considerata una condizione degenerativa che non fa parte del normale processo di invecchiamento. Non si tratta di una malattia ereditaria, anche se in alcuni casi si nota familiarità. Circa le cause e dunque i fattori di rischio che conducono alla manifestazione di questa malattia sono state formulate numerose ipotesi, ma nessuna è definitiva. Alcuni ricercatori ritengono che possa trattarsi di una malattia autoimmune (ovvero il corpo attiva risposte immunitarie contro se stesso), altri ritengono possa essere causata da un virus, o ancora che si possa verificare dopo un trauma che ha causato un danneggiamento a carico dei nervi o del tessuto dell’orecchio interno.

Come si manifesta
La Malattia di Ménière colpisce in modo diverso. I sintomi sono episodici, improvvisi e fluttuano, nel senso che variano in intensità e durata.
Possono durare da alcuni minuti a molte ore, raramente un giorno intero, e verificarsi durante le ore diurne o durante la notte.
I principali sintomi sono rappresentati da capogiri, sensazioni anomale di movimento e perdita di equilibrio (vertigini), percezione di rumori o ronzii (acufeni) e sensazione di ovattamento nell’orecchio o di parziale perdita dell’udito (ipoacusia). I sintomi riguardano solitamente un solo orecchio (la malattia colpisce entrambe le orecchie nel 20-30% circa dei pazienti).
L’entità delle vertigini può essere di grado molto diverso: per alcune persone si tratta di semplici giramenti di testa con i quali è possibile convivere, per altri si arriva al punto di perdere l’equilibrio senza alcun preavviso. Anche gli acufeni possono essere di vario grado e intensità soggettiva.
Alcuni pazienti sperimentano crisi vertiginose un paio di volte l’anno, solitamente in concomitanza con il cambio di stagione; altri possono essere occasionalmente disturbati da un intenso e incontrollabile ronzio alle orecchie (tinnito) anche durante il sonno. In altri pazienti si verifica una perdita dell’udito fluttuante e instabile che può prolungarsi per lunghi periodi.
Alcuni pazienti, come conseguenza delle vertigini, lamentano anche una sensazione di estrema stanchezza e spossatezza, nausea e vomito, incapacità di concentrarsi, distrazione, scarsa memoria, confusione e disorientamento, nonché estrema sensibilità al rumore, alla luce e mal di testa.

Come viene classificata
La malattia di Ménière classica è caratterizzata da attacchi episodici di vertigine, accompagnati da nausea e vomito, perdita dell’udito, tinnito, senso di pienezza nell’orecchio coinvolto. In alcune forme l’udito non subisce variazioni e mancano altri sintomi quali acufeni e senso di ovattamento; la malattia di Ménière bilaterale è caratterizzata da una perdita fluttuante della capacità uditiva a entrambe le orecchie e da ricorrenti episodi di vertigine.

Come si distingue la malattia di Ménière
Molte malattie e condizioni patologiche hanno gli stessi sintomi della malattia di Ménière, pertanto non è possibile porre una diagnosi corretta semplicemente basandosi sui sintomi. Per arrivare a una diagnosi certa, deve essere valutata attentamente la storia clinica del paziente, con un esame fisico accurato da parte di un otorinolaringoiatra, inclusi test audiometrici e vestibolari. I test diagnostici includono l’ENG (ElettroNistagmoGrafia), che valuta il bilanciamento corporeo attraverso il movimento degli occhi; la sedia rotatoria (rotary-chair test), che misura la funzionalità dell’orecchio interno basandosi sul movimento oculare; il VEMP test (Vestibular Evoked Myogenic Potentials), che misura la risposta al suono, quindi la funzionalità dell’orecchio interno, tramite le contrazioni dei muscoli del collo; la posturografia, in grado di rivelare quale parte del sistema dell’equilibrio può essere la causa dei problemi.
I test effettuabili per escludere altre condizioni patologiche che possono causare problemi simili includono la risonanza magnetica (RM), la tomografia computerizzata (TC) e il test di risposta audiometrica.

Quali sono le terapie disponibili oggi
Nessuna terapia è in grado di curare la causa della Malattia di Ménière, ma è possibile offrire al paziente il controllo dei sintomi con terapie di supporto che prevedono l’uso di un diuretico, che agisce riducendo il volume dell’endolinfa. È importante anche agire tempestivamente sulla dieta, introducendo un regime alimentare povero di sale per evitare l’accumulo di liquidi. Spesso nella terapia viene incluso un farmaco per alleviare o prevenire le vertigini e che possa aiutare il paziente a rilassarsi e ridurre la paura causata dall’imprevedibilità dei sintomi.


Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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