Allergia: l'epidemia del XXI secolo?


Il termine allergia identifica una risposta immunitaria eccessiva dell'organismo successiva all'incontro con determinate sostanze estranee dette allergeni.

Aumenta la consapevolezza
L'allergia può essere definita l'epidemia del XXI secolo? L'allarme è dovuto probabilmente al fatto che negli ultimi decenni la frequenza delle malattie allergiche in Italia e nel mondo ha subito un continuo aumento. Secondo la Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Clinica (SIAIC) il 50% della popolazione italiana ha sintomi di allergia o riferisce di aver avuto almeno una volta nella vita un disturbo di origine allergica. La crescita dei casi rilevati delle allergie è dovuta all'aumento delle sostanze a cui l'organismo è esposto ma anche a una consapevolezza sempre più diffusa della malattia.

I primi casi noti
Il primo caso di allergia della storia è quello del Re Menfis dell'Egitto, ucciso da una puntura di vespa tra il 3640 e il 3300 a.C.
Anche il figlio dell'imperatore Claudio, Britannico, era allergico: ogni volta che si avvicinava a un cavallo sviluppava un arrossamento cutaneo e un'intensa lacrimazione. A causa di questo suo disturbo, l'onore di cavalcare a fianco dell'imperatore fu attribuito a Nerone, figlio adottivo di Claudio che ne ereditò anche il trono, con le conseguenze a tutti note.

Inizia l'era scientifica
La storia scientifica dell'allergia inizia nel XIX secolo, con la prima descrizione della febbre da fieno ad opera di un medico inglese, John Bostock, nel 1819. Benché il disturbo a carico delle vie respiratorie superiori fosse di origine ignota, Bostock comprese che non aveva nulla a che fare con un'affezione febbrile. La cosiddetta febbre da fieno si definisce più correttamente come rinite allergica stagionale. I sintomi più comuni comprendono il naso chiuso, la lacrimazione abbondante e il mal di gola, talvolta accompagnato da tosse. La causa è in genere un'allergia ai pollini.
Nel 1869 un altro medico britannico, Charles Blakely, mise a punto i test diagnostici per l'allergia. Per verificare la propria sensibilità ai pollini, ne applicò infatti una piccola quantità su un lieve graffio della pelle.
Uno tra i più diffusi test diagnostici per l'allergia che si effettua oggi negli ospedali (noto col nome di test epicutaneo o patch test) non è molto cambiato da allora: si procede sempre applicando un estratto della sostanza da testare sulla cute. Così come aveva potuto osservare Blakely, il test è positivo se compare un arrossamento nel giro di mezz'ora in corrispondenza del punto di applicazione. È necessario che sulla pelle vi sia un lieve graffio per facilitare il contatto diretto con la sostanza da valutare.
Due ricercatori francesi Charles Richet e Paul Portier adottarono, nel 1902, il termine anafilassi quando, nel corso di altre ricerche sul sistema immunitario scoprirono la grave reazione all'introduzione nell'organismo di farmaci o sostanze. Lo shock anafilattico compare pochi minuti dopo l'esposizione alla sostanza che può provocare l'allergia (allergene) e causa edema, vomito, crampi addominali e un brusco calo della pressione arteriosa, talvolta con perdita di coscienza. Alle persone che hanno già avuto un episodio di anafilassi o che sono allergiche a determinate sostanze, come per esempio il veleno di insetti, viene solitamente consigliato di avere con sé, nelle situazioni potenzialmente a rischio, sostanze quali l'adrenalina e il cortisone, in grado di evitare la caduta della pressione in caso di una nuova esposizione all'allergene, in attesa di un rapido ricovero in ospedale.

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Compare il termine allergia
Fu un pediatra austriaco, Clemens von Pirquet a usare per la prima volta il termine allergia per descrivere una serie di sintomi comparsi in alcuni malati di difterite trattati con un siero di origine equina.
Nel 1911 i medici Leonard Noon e John Freeman contribuirono a porre le basi della cosiddetta immunoterapia, che consiste nel trattare le persone allergiche iniettando quantità crescenti di allergene fino a indurre una sorta di assuefazione dell'organismo. L'immunoterapia desensibilizzante è tuttora usata per la cura delle forme più gravi di allergia.
Nel 1937 il chimico Daniel Bovet sintetizzò il primo farmaco antistaminico, che blocca gli effetti dell'istamina, una sostanza che è responsabile della maggior parte dei sintomi allergici. Oggi gli antistaminici costituiscono un prezioso aiuto per i malati.
Nel 1948 Philip Hench e Edward Kendall scoprirono il ruolo degli ormoni steroidei nell'infiammazione e nelle reazioni immunitarie e sintetizzarono i corticosteroidi (cortisone), in grado di bloccare le reazioni alla base dell'allergia. Gli steroidi vengono usati oggi con successo per la cura della malattia.

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I segreti del sistema immunitario
La storia dell'allergia si intreccia strettamente con le scoperte fondamentali sulla struttura e il funzionamento del sistema immunitario. Nel 1953 James Riley e Geoffrey West scoprirono le cellule che contengono granuli di istamina (mastociti) la quale viene liberata per l'interazione dell'allergene con gli stessi mastociti. Nel 1967 i coniugi giapponesi Kimishige e Teruko Ishizaka fornirono un contributo essenziale alla spiegazione dei fenomeni allergici grazie alla scoperta del ruolo degli anticorpi IgE (Immunoglobuline E). In risposta all'esposizione ripetuta ad allergeni, come per esempio i pollini, gli individui allergici producono anticorpi della classe IgE che si legano ai mastociti. Il legame tra IgE e mastociti provoca il rilascio dei granuli di istamina e la comparsa dell'allergia.
L'industria farmaceutica, grazie anche al lavoro e alle ricerche finanziate in seguito, è riuscita a mettere a punto sostanze in grado di intervenire sull'ipersensibilità del sistema immunitario e sui sintomi provocati da rilascio di istamina.
Tra le scoperte più recenti nel campo dell'immunologia delle allergie, un posto particolare meritano i leucotrieni, sostanze coinvolte nei sistemi di anafilassi e nella genesi di reazioni allergiche come l'asma. Per questa scoperta Bengt Samuelsson vinse il premio Nobel per la medicina nel 1982.
Gli antileucotrieni, i farmaci messi a punto dalle imprese del farmaco con un importante sforzo in ricerca e sviluppo, hanno la capacità di contrastare gli effetti negativi di questi mediatori e sono fra le armi più recenti e più potenti per combattere i sintomi allergici e asmatici.

Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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