Asma: i progressi contro la "fame d'aria"


L'asma è una malattia delle vie respiratorie che provoca mancanza di respiro, ossia una vera e propria “fame d'aria”, a causa di un restringimento dei bronchi, le vie aeree attraverso cui l'aria raggiunge i polmoni durante la respirazione.

Asma bronchiale
Negli asmatici, le pareti dei bronchi appaiono arrossate e ispessite. A questo si accompagna un eccesso di attività in risposta a stimoli normalmente innocui, che può provocare un broncospasmo, ovvero la contrazione della muscolatura liscia che circonda la parete bronchiale. Broncospasmo e ispessimento della parete bronchiale riducono il diametro interno (ovvero il “lume”) dei bronchi, e rendono più difficile il passaggio dell'aria.

Storia naturale del disturbo
La storia clinica dell'asma è molto variabile, ma è in genere segnata da crisi caratterizzate da tosse, respiro sibilante, senso di costrizione al torace e difficoltà respiratorie (dispnea), che possono presentarsi da soli o associati tra loro.
La crisi è di solito provocata da uno stimolo (infezioni virali, allergeni, polveri, agenti irritanti, modificazioni di temperatura dell'aria inalata), dal mancato controllo farmacologico della malattia o da una combinazione dei due fattori. Generalmente l'asma ha una progressione lenta, ma in alcuni casi può diventare grave in breve tempo.
Esiste una componente familiare, per cui i figli di genitori asmatici hanno una probabilità doppia di essere asmatici rispetto ai loro coetanei.

Qualche dato numerico
Nel mondo sono 300 milioni le persone che soffrono di asma e in Italia circa 3 milioni.
La malattia - particolarmente diffusa nelle aree urbane dei paesi industrializzati - si manifesta spesso in età infantile: è, infatti, la più comune affezione cronica e la principale causa di ricoveri ospedalieri nell'infanzia. In questa fascia di età i maschi sono colpiti con frequenza circa doppia delle femmine. Con la crescita e la pubertà, nel 20-30 per cento dei casi i sintomi si attenuano o scompaiono, soprattutto tra i maschi.
Nel complesso i numeri sono in aumento, ma alla maggiore diffusione della malattia non corrisponde una maggiore mortalità, a dimostrazione del fatto che le terapie messe a punto negli ultimi anni, anche grazie a un costante impegno delle imprese del farmaco nel campo della ricerca, sono efficaci. Oggi, grazie a sostanze come i broncodilatatori, i cortisonici per inalazione, i cortisonici per via sistemica, i cromoni o gli antileucotrieni, gli asmatici possono condurre una vita normale e produttiva.

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Un po' di storia
Le prime testimonianze scritte sull'asma risalgono al tempo degli antichi egizi: in un papiro della XVIII dinastia (XVI-XIII sec a.C.) - scoperto nel 1870 e oggi noto come papiro Ebers, dal nome del suo acquirente europeo - sono infatti riportate in forma di geroglifici svariate prescrizioni mediche sulla cura di numerose malattie, tra cui appunto l'asma. La prescrizione consisteva nell'inalazione dei fumi prodotti dalla combustione di una miscela di erbe poste su un mattone caldo.
Già molti secoli fa la medicina cinese prescriveva l'inalazione di sostanze con proprietà broncodilatatrici, sostanze tuttora usate nella terapia di questa patologia: in particolare i medici cinesi utilizzavano l'efedrina contenuta in alcune erbe.
Anche Ippocrate (V-IV secolo a.C.) scrisse dell'asma, ma non è chiaro se con quel termine intendesse la malattia o solo il sintomo: il termine viene proprio dal greco e descrive il respiro affannoso, l'ansimare.
Il primo trattato sull'asma si deve a Mosé Maimonide, rabbino e filosofo del XII secolo che fu medico alla corte del Sultano Saladino di Egitto e Siria, ed ebbe in cura il principe Al-Afdal, affetto appunto da asma. Maimonide descrisse nel suo saggio i sintomi del suo paziente. Tra le sue raccomandazioni c'era un generale invito alla moderazione (in campo alimentare come nel sonno e nell'attività sessuale) e a stare lontano dalle città inquinate. Come rimedi suggeriva il brodo di pollo o di gallina grassa.
Fu solo alla metà dell'Ottocento che la prima descrizione della malattia apparve nella letteratura medica. Era considerata una malattia rara, eppure anche in quel secolo non mancarono malati illustri, dal compositore tedesco Ludwig van Beethoven, vissuto tra il 1770 e il 1827, allo scrittore inglese Charles Dickens (1812-1870) allo statista inglese Benjamin Disraeli (1804-1881).
L'uso dei farmaci broncodilatatori si diffuse con il ventesimo secolo, nel 1901, in un periodo in cui l'asma veniva per lo più considerata dai ricercatori una malattia psicosomatica. Il ruolo dell'infiammazione – e con esso l'uso dei farmaci per contrastarla – fu riconosciuto solo negli anni Sessanta. Una curiosità, tra i pazienti che beneficiarono delle nuove terapie figuravano due illustri esponenti del mondo musicale americano: il pianista, compositore e direttore d'orchestra Leonard Bernstein e l'attrice e cantante Liza Minnelli.

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Doppio bersaglio
Da allora le conoscenze su questa malattia sono molto aumentate ed è più chiaro anche che, dal punto di vista terapeutico, è necessario contrastare ambedue le cause, ovvero l'infiammazione con farmaci con proprietà antinfiammatorie e la broncocostrizione con i farmaci broncodilatatori.
Inoltre, come hanno ribadito le più recenti linee guida in materia, battezzate GINA (Global Initiative for Asthma), la cura dell'asma, quando i sintomi sono di una certa entità, deve essere cronica (cioè durare per tutta la vita) e non limitata ai periodi in cui si manifestano i sintomi.
La ricerca in Italia, da parte di aziende nazionali e internazionali, soprattutto nelle aree della modalità di somministrazione, ha prodotto risultati notevoli che hanno aumentato l'adesione al trattamento da parte dei pazienti alla terapia.

Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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