Ictus


L'ictus è un evento acuto che si manifesta quando l'afflusso di sangue verso una o più aree del cervello subisce una diminuzione significativa o il completo arresto, a causa di un'occlusione o della rottura di un vaso sanguigno.

Ictus in latino significa "colpo". Ma il termine più preciso per definirlo è "accidente cerebrovascolare", che lo classifica nell'ambito delle sindromi vascolari acute, come l'infarto cardiaco col quale condivide, peraltro, fattori di rischio e modalità di insorgenza.
L'ictus ischemico è provocato dall'occlusione di un vaso, che può derivare da una trombosi o da un'embolia, mentre quello emorragico è determinato da un versamento di sangue nel cervello, di origine non traumatica. Se l'ischemia dura pochi minuti, si parla di attacco ischemico transitorio (TIA), che in genere non provoca particolari danni, anche se costituisce un importante segnale di allarme. Circa l'80% degli ictus è di tipo ischemico, il 20% in forma emorragica.

Il fenomeno in Italia
Ogni anno si verificano in Italia circa 200.000 casi di ictus. L'80% di questi sono nuovi episodi e il 20% ricadute di persone precedentemente colpite.
L'ictus è la terza causa di mortalità dopo le patologie cardiovascolari e oncologiche. Determina all'anno il 10-12% di tutti i decessi e rappresenta la principale causa di disabilità. La frequenza cresce con l'età: i tre quarti degli accidenti cerebrovascolari, infatti, riguardano persone che hanno superato i 65 anni. Oggi, nella fascia di età tra i 65 e gli 84 anni (destinata ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione italiana) quasi sette persone su cento, in prevalenza maschi, ne hanno sofferto.

Cause e fattori di rischio
Le cause più comuni di ictus ischemico sono determinate dalla formazione di coaguli di sangue (trombi) nelle arterie di maggior dimensione, nelle cavità cardiache, da cui possono distaccarsi emboli, e l'occlusione delle piccole arterie provocate da ipertensione, diabete e invecchiamento. Quelle meno frequenti sono alcuni disturbi ematologici e l'uso di contraccettivi orali o estrogeni in soggetti predisposti.
L'ictus emorragico è nella gran parte dei casi correlato all'ipertensione arteriosa. Negli anziani, circa un terzo dei sanguinamenti è provocato invece dall'angiopatia amiloide, una forma di reazione infiammatoria dei vasi in risposta ai normali processi di invecchiamento cerebrale.
Numerosi fattori possono accrescere il rischio di ictus: l'età, l'ipertensione, la fibrillazione atriale e altre cardiopatie, il fumo, il consumo di grandi quantità di alcolici e l'eccessiva sedentarietà.
Molti studi hanno dimostrato che agendo su questi fattori è possibile ridurre il rischio di essere colpiti da un ictus o incidere sulla gravità dei suoi postumi qualora dovesse comunque avvenire.

Sintomi e segni
L'ictus si manifesta con sintomi improvvisi che dipendono, soprattutto, dall'area cerebrale coinvolta. Se il vaso occluso o l'emorragia interessano le aree del linguaggio, si avrà afasia (perdita della capacità di parlare); se sono interessate le aree motorie si avrà emiparesi (paralisi del viso, del braccio o della gamba dal lato opposto a quello colpito, perché le vie nervose dal cervello verso la periferia si incrociano). Possono anche essere presenti formicolii, perdite di sensibilità, disturbi della vista (emianopsia o perdita di metà del campo visivo). Se è colpito il cervelletto si avranno disturbi dell'equilibrio e vertigini.
Le emorragie più gravi, specie quelle che si riversano nello spazio tra le meningi e il cervello (emorragia subaracnoidea), si manifestano in genere con un improvviso e intenso mal di testa.

Le conseguenze
La mancanza di ossigeno a cui vengono esposte le cellule nervose durante un ictus porta alla loro morte. Se ciò avviene, le funzioni di cui tali cellule erano responsabili non possono essere recuperate. Nelle prime ore dopo l'evento acuto, si manifesta edema (un rigonfiamento del tessuto cerebrale intorno alla zona colpita) che determina un peggioramento della sintomatologia.
Con la risoluzione dell'edema alcune funzioni possono sia migliorare sia non essere recuperate appieno.
All'ingresso in pronto soccorso vengono eseguiti generalmente una radiografia del torace, l'elettrocardiogramma, vari esami del sangue per verificare principalmente i fattori di coagulazione. Una tomografia computerizzata (TC) o una risonanza magnetica (MRI) sono utili per confermare la diagnosi, distinguere tra forme ischemiche e forme emorragiche e valutare l'area lesionata.
L'ictus è un'emergenza che richiede sempre il ricovero ospedaliero, possibilmente in un reparto specializzato (stroke unit), intervenendo così eventualmente anche farmacologicamente per "sciogliere" il coagulo che ostruisce i vasi colpiti.

Nuovi filoni di Ricerca
La Ricerca farmacologica si è concentrata negli ultimi anni sullo sviluppo dei cosiddetti fattori di neuroprotezione, farmaci e sostanze biologiche che favoriscono la funzionalità dei neuroni.
Alcune sostanze con questa proprietà sono già usate per curare altre malattie e ora allo studio per questa indicazione.
Anche se, ad oggi, nessun prodotto ha dimostrato di offrire una completa protezione dagli effetti dell'ictus, la strada è stata tracciata. La comprensione dei meccanismi molecolari alla base del danno cerebrale permanente offriranno nuove possibilità di sviluppo per molecole sempre più sicure ed efficaci.

Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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