Dismenorrea


Che cosa è?
Il termine “dismenorrea” è utilizzato correntemente in medicina per identificare la mestruazione dolorosa.

Si tratta di una condizione molto frequente, la cui intensità e durata risultano variabili da donna a donna: alcune manifestano sintomi lievi o assenti, altre sintomi molto accentuati che in alcuni casi possono compromettere il normale svolgimento di attività quotidiane e rendere necessaria una terapia farmacologica.

Si possono osservare 2 forme di dismenorrea: primaria e secondaria.

La dismenorrea primaria, compare generalmente a distanza di 6 mesi/1 anno dal primo ciclo mestruale (menarca), si attenua col passare degli anni e può scomparire dopo la prima gravidanza. Il dolore si manifesta con l’inizio della mestruazione e raggiunge generalmente un picco di massima intensità nei primi giorni del flusso.

La dismenorrea secondaria, insorge più tardivamente, generalmente dopo i 20 anni. È normalmente causata dalla presenza di altri disturbi riguardanti l’apparato genitale femminile. È caratterizzata da un dolore più intenso, che può durare per tutto l’arco del flusso mestruale e talvolta può comparire anche in altri momenti del ciclo.

Quali sono le cause?
La cause che determinano questo disturbo sono ancora incerte. Tuttavia sono stati individuati alcuni fattori che sembrano essere direttamente coinvolti nell’insorgenza della forma primaria, come alcune alterazioni a carico dell’apparato genitale, squilibri ormonali (nelle concentrazioni di estrogeni e progesterone), fenomeni di ritenzione idrica e cause di natura psicologica.

Diversi studi hanno dimostrato un aumento delle concentrazioni delle prostaglandine (sostanze che rivestono un ruolo biologico importante nei processi infiammatori) nel sangue mestruale delle donne affette da dismenorrea primaria, osservando come tali sostanze siano responsabili delle contrazioni dolorose, della costrizione dei vasi sanguigni e dei sintomi gastrointestinali.

Nel caso della dismenorrea secondaria, invece, le cause più frequenti sono alcune malattie dell'utero, delle tube e delle ovaie.

Quali sono i sintomi?
Il sintomo principale è un dolore di natura crampiforme, un susseguirsi di fitte dolorose localizzate nel basso ventre che possono estendersi anche alla schiena o alla fascia interna delle cosce, che compaiono in genere il primo giorno del ciclo – talvolta anche prima – per poi diminuire di intensità fino a scomparire.
A questi dolori mestruali possono accompagnarsi altri sintomi più generali, come gonfiore addominale, nausea, vomito, cefalea, ansia, cambiamenti di umore, difficoltà di concentrazione, dolore e gonfiore al seno, mal di schiena, gambe pesanti e dolenti, insonnia.

Come viene diagnosticata?
Data la forte influenza che l’emotività esercita su questo disturbo, è molto importante che il medico stabilisca un rapporto di fiducia con la paziente, in modo che sia più semplice procedere all’identificazione di tutti i fattori psicologici che contribuiscono alla manifestazione dolorosa.

Viene inoltre riservata particolare attenzione alla valutazione della gravità dei sintomi, alla localizzazione del dolore e alla relazione di quest’ultimo con il flusso mestruale, l’età di insorgenza del menarca, le abitudini sessuali, l’utilizzo di contraccettivi, la regolarità dei cicli, la presenza di disturbi associati e naturalmente l’assunzione di farmaci o integratori specifici.

La prima cosa da fare è quella di escludere la presenza di malattie che possano determinare questo quadro sintomatologico. Per tali ragioni, la visita medica può indirizzare la paziente a un esame ginecologico accurato, in modo che sia possibile individuare eventuali dolori mestruali secondari.

Come si tratta?
La più comune strategia terapeutica impiegata nella dismenorrea primaria prevede l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che attenuano il dolore e diminuiscono la concentrazione delle prostaglandine. In questo caso la terapia viene generalmente iniziata il primo giorno di mestruazione e proseguita sino alle successive 48 – 72 ore. Da prendere in considerazione anche l’intervento con associazioni estroprogestiniche che regolarizzano il ciclo ovarico e riducono il flusso e il dolore mestruale.

Di diversa natura risulta invece essere l’approccio in caso di dismenorrea secondaria, che prevede il trattamento specifico della malattia primaria.

Si ringrazia la SIF – Società Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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